Il numero degli ultracentenari è passato da 99 a 507 nelle Marche, negli ultimi 20 anni.
I maschi marchigiani sono attualmente primi in Italia per speranza di vita e primi in assoluto – dopo sorpasso alla Sardegna – anche per numero di centenari.
L’indagine condotta su un campione di 3.121 adulti over 60 da Gabriele Micozzi, docente di marketing all’Università Politecnica delle Marche, e presentata al Vinitaly, ha rilevato lo stile di vita e il comportamento alimentare.
Tra gli anziani nove su dieci consumano carne, verdura e frutta di “produzione propria” o comunque di “produzione e/o coltivazione diretta” dall’orto o pollaio sotto casa; un dato altissimo in confronto alla media nazionale ferma al 36%.
L’alimentazione dei Matusalemme marchigiani, continua lo studio presentato dall’Istituto Marchigiano Tutela Vini, è principalmente mista (74%) e quasi mai il modello marchigiano adotta una dieta costante (7%, contro il 21% degli italiani).
A tavola si alternano pietanze a base di passata di pomodori fatta in casa, pesce azzurro, cicoria ed erbe di campo, legumi, carni bianche (piccione, pollo, coniglio, tacchino) ma anche carne bovina locale. Su tutto olio extravergine e un paio di bicchieri di vino ai pasti (gli uomini preferiscono il rosso). Al bando i superalcolici.
Molto significativo il dato sulla sedentarietà: l’84% degli anziani si muove, non solo per praticare sport, ma soprattutto per lavoro in campagna e attività varie, contro il 54% della media nazionale. Secondo il 78% degli ultrasessantenni marchigiani il paesaggio stesso è una forma di terapia. E su questo dobbiamo riflettere.
ALIMENTAZIONE E TERZA ETÀ
Gli studi scientifici dimostrano come sia possibile ritardare la comparsa degli effetti negativi dell’invecchiamento modificando alimentazione e stile di vita.
Una corretta alimentazione deve anzitutto avere come risultato il mantenimento del peso corporeo, percio’ l’introito di calorie deve essere proporzionato all’attivita’ fisica svolta.
In linea generale, l’alimentazione deve basarsi sul consumo di:
– Cereali e legumi accoppiati nello stesso pasto, nel rapporto di 2 a 1 (2 parti di cereale e 1 di legumi)
– Almeno 5 porzioni di verdura e frutta (da 4 a 600 g circa), possibilmente di colori diversi, rosso, giallo-arancio, verde, bianco e blu-viola (ad ogni colore corrisponde un diverso antiossidante)
– Olio di oliva EV
– Poco o pochissimo sale
Si consiglia di ridurre l’apporto di carni, specie rosse, e casomai incrementare il consumo di pesce, di limitare altresi’ il consumo di uova e formaggi e di evitare dolci e carboidrati raffinati, preferendogli quelli integrali che apportano fibre.
Ammessi pane e pasta di grano duro.
Ammesso anche il vino, purché in moderata quantità (mezzo bicchiere a pasto per le donne e un bicchiere a pasto per gli uomini), mentre sono da evitare assolutamente i superalcolici.
Molto importante e’ poi l’apporto quotidiano di acqua, vitamine e sali minerali. Gli anziani sentono meno lo stimolo della sete e tendono a bere meno per paura dell’incontinenza urinaria, ma l’acqua e’ fondamentale per tutti i processi metabolici, per la funzionalita’ renale, per l’idratazione dei tessuti e per contrastare la stipsi.
Ma non sempre una alimentazione, seppure corretta, puo’ assicurare il rifornimento dei nutrienti necessari, sia perche’ nell’anziano alcune condizioni, tipo denti in disordine, riduzione della salivazione e della produzione enzimatica, cattiva digestione, ecc. possono nuocere all’assunzione e all’assorbimento degli stessi, sia perche’ alcune delle modificazioni fisiologiche che subentrano con le terza eta’ richiedono delle supplementazioni, ad esempio di calcio per contrastare il rischio di osteoporosi, o di ferro, per l’anemia.
Molti studi hanno messo in risalto come le diete salutistiche e l’uso di estratti fitoterapici e di specifici integratori riescano a mantenere a lungo lo stato di salute, a ritardare la comparsa degli effetti negativi legati all’invecchiamento e a prevenire la comparsa di malattie croniche.
Se invecchiare prima o poi e’ inevitabile, oggi ‘sappiamo pero’ che non siamo deterministicamente legati ad un destino stabilito dal nostro codice genetico, come si pensava in passato, ma che i processi che danneggiano il nostro DNA e che invecchiano e fanno ammalare il nostro organismo possono essere in buona misura contrastati.
E qui arriviamo al concetto di nutraceutico, a meta’ tra alimento e farmaco, che nasce dall’evoluzione del vecchio integratore. Gli integratori nutraceutici sono ricchi di principi attivi concentrati, che agiscono sulle nostre cellule modificandone in senso positivo l’espressione genica.
Possono essere considerati nutraceutici anche alcuni alimenti, semplici, come i broccoli e la soia, o arricchiti di vitamine e altro.
La scelta dei nutraceutici va fatta con criterio, senza assumerne troppi e possibilmente con l’aiuto del medico o del farmacista, in modo da scegliere i più adatti evitando quelli pericolosi o inutili.